lunedì 30 settembre 2013

IL GRILLO E LA FORMICUZZA

La bambina con i capelli ricci posa il pennarello sul tavolo, raccoglie il foglio su cui ha appena disegnato la mamma, grande, occupa quasi l'intera pagina. La figura ha un largo sorriso e le braccia spalancate come volesse abbracciarla. Dietro il foglio la bambina ha scritto il suo nome, cinque lettere sghembe tracciate con il verde: Alice.

Alice sistema il disegno nella casella che riporta il suo contrassegno: la pera. A lei quella pera proprio non piace, sono state le maestre ad assegnarla, e per questo i compagni la prendono in giro, la chiamano “Alice nel paese delle pere”. Alice odia le pere. Fosse stato per lei avrebbe scelto un simbolo molto più bello come il palloncino o l'aquilone, ma questi erano già stati assegnati già ad altri bambini che nessuno prende in giro.

La maestra batte le mani e i bambini prendono posto sulle panche, sotto le grandi finestre. L'aula non è molto grande, ma Alice se ne renderà conto solo tornandoci anni dopo. Allora le sembrava enorme, come la maestra, come il babbo, come la mamma.
I bambini chiaccherano tra di loro, fanno smorfie, ridono, si danno i pizzicotti, una bambina con le code piange. La Maestra accende il piccolo mangianastri e fa loro segno di far silenzio.
Dalle casse esce disturbato il suono di un tamburello, la Maestra alza poco il volume e batte le mani a tempo. I bambini, insieme batto le mani anche loro. Una voce canta Larizumbalalillàllero, larizumballalillà.....I bambino sorridono e cantano con la voce che suona: “C'era un grillo in un campo di lino.......

C’era un grillo in un campo di lino
la formichina gliene chiese un filino.
 
Disse il grillo: «Che cosa ne vuoi fare?»
«Calze e camice mi voglio maritare.»
Disse il grillo: «lo sposo sarò io»
La formichina: «sono contenta
anch’io.»
 
Era fissato il giorno delle
nozze,
due fichi secchi e due castagne
cotte.
 
Andarono in chiesa per mettersi l’anello,
cadde il grillo e si ruppe il cervello.
 
La formica corse verso il mare
cercar l’unguento e il grillo medicare.
 
Quando fu là, laggiù vicino al porto
venne la nuova che il grillo era già
morto.
 
Suonan le nove, e di la nel prato
si sente dire che il grillo è sotterrato.
La formichina, per il gran dolore
prese le zampine e se le ficcò nel cuore.
 
Suona il tocco, nel campo di riso
si sente dire che il grillo è in
paradiso.
 
Quattro grillini vestiti di nero
portarono il grillo sino al
cimitero.
 
Quattro formiche vestite di
bianco
portarono la formica sino al
camposanto.
 
 
 
 
Esistono diverse versioni di questa famosa filastrocca popolare, che tutt'oggi ancora si canta nelle scuole materne. Questa è la versione che cantavo io.
 
 
 
 
 
 
 
 






















lunedì 23 settembre 2013

I mesi dell'anno



I mesi dell'anno

Gennaio mette ai monti la parrucca,
Febbraio grandi e piccoli imbacucca;
Marzo libera il sol di prigionia,
April di bei color gli orna la via;
Maggio vive tra musiche d'uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
Luglio falcia le messi al solleone,
Agosto, avaro, ansando le ripone;
Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie le tina;
Novembre ammucchia aride foglie in terra,
Dicembre ammazza l'anno, e lo sotterra.

Angiolo Silvio Novaro



La mia mamma è una maestra.
Di quelle maestre di qualche tempo fa.
Di quando ve n’era una sola per classe.
La Maestra con la M maiuscola, che accompagnava ‘piccolini’ di 6 anni in un bosco incantato, magico e a volte difficile, fatto di lettere, numeri, pensierini, carte geografiche, esperimenti di scienze – il fagiolo nel cotone! - canzoni, finestre decorate e festicciole di compleanno che duravano il tempo di una ricreazione.
La maestra conduceva gli scolari (si usa ancora questa parola?) fino alla quinta elementare, tutto d’un fiato. I bambini allora sapevano leggere, scrivere, contare. Sapevano imparare.
Dunque, io ho per mamma una maestra. E una maestra per mamma.
Chi ama il proprio lavoro, lo porta sempre con sé.
E mia mamma la maestra la faceva anche davanti ai fornelli, o mentre apparecchiava la tavola, o quando rifaceva i letti. Ripetevo con lei i verbi, i capoluoghi di regione, e recitavo poesie.
La mia maestra farciva i miei giochi di racconti e fiabe.
Quelle filastrocche e poesiole fanno parte del mio bagaglio di ‘persona grande’.
Le rime, imparate a memoria, sono dentro a quei profumi dell’infanzia che arrivano al naso come un’ondata e che meglio di un fantascientifico teletrasporto rilanciano indietro in tempo zero!
Ecco le ragioni per cui ho scelto la poesia di Angelo Silvio Novaro ‘I mesi dell’anno’ per l’itinerante esposizione "La poesia é gioco e sogno".
Per ricordare un ricordo. Per rispolverarlo.
Di certo, alcune rime sono ormai davvero superate.
Le parole scelte da Novaro raccontano di un passaggio di stagioni intrinsecamente legato alla natura, che forse non usa più. Il modo di raccontarlo parla di bimbi e di maestri un po’ antichi, che conoscevano senza difficoltà boschi, amarene, e nidi di vespe da non toccare!
Ma…la parrucca di neve che indossano i monti a gennaio, e i grappoli arrubinati dal sole settembrino o ancora le foglie secche trasportate dal vento… hanno un dolce sapore di merenda fatta di mele cotte, biscotti ai pinoli e succo al tamarindo.
E ricordare la propria fanciullezza ai fanciulli di oggi è sempre una bella sorpresa, per noi, diventati grandi.



Illustrazioni e testo: Roberta Milanesi
Poesia "I mesi dell'anno" - A. S. Novaro

lunedì 16 settembre 2013

NINNA NANNA

"La poesia é gioco e sogno" Mostra collettiva itinerante nelle biblioteche del cremasco
                                    - le illustratrici del Collettivo si raccontano -


La Ninna nanna è una nenia dell’anima.
Arcaica, primordiale e profonda come gli abissi dell’universo.
Un rito che protegge e consola tutti coloro che vivono sulla terra.
Esseri umani e animali,  uniti  dallo stesso destino e che  per questo meritano di essere consolati, protetti e dolcemente accuditi attraverso il suo canto. 
Si, perché le parole cantate giungono sempre da lontano e portano con sé verità rimosse. 
Hanno un significato e un valore autentico. Specialmente quando raccontano le gioie e le paure della vita e ci aiutano a capire che per affrontarle dobbiamo affidarci all’amore.
Per questo ho scelto di illustrare la Ninna Nanna.
L’ho scritta assieme a Piera Polci in un pomeriggio d’inverno, nella sua casa tra i boschi fuori Cesena.                               
Prima di uscire suo marito ha intonato un ritornello e una manciata di note sul pianoforte. Le abbiamo registrate. E ascoltate. E cantate. Bevendo the e accarezzando gatti. Così è nata la nostra Ninna Nanna.
Le mie illustrazioni sono il tentativo di dare delle immagini a quelle parole e a quei suoni. 




Dorme dorme in fondo al mare
tra le bolle che fa il sale

Dorme dorme sulla terra 
alla luce di una stella

Dormi dormi mio tesoro
fino a quando il cielo é d'oro
tra le braccia della mamma
che ti ninna che ti nanna



Dorme pure l'uomo nero
circondato dal mistero

Dorme dorme per davvero!
Si é nascosto dietro al melo

Dormi dormi mia creatura
per scacciare la paura
tra le braccia della mamma
che ti ninna che ti nanna




                                                          
                                                           Dorme il mondo tutto intero
                                                               fino all'ultimo pensiero

                                                              Dorme anche l'universo 
                                                              da una musica sommerso

                                                            Dorme dorme ogni bambino 
                                                              col suo sogno lì vicino
                                                            tra le braccia della mamma
                                                             che lo ninna che lo nanna.


        Illustrazioni:                                    
        Loredana Cangini

       Ninna nanna:
       Piera Polci
       e Loredana Cangini







giovedì 12 settembre 2013

Si riparte dopo la pausa estiva








                                               Ringraziamo per  l'ospitalità e vi aspettiamo!