lunedì 23 settembre 2013

I mesi dell'anno



I mesi dell'anno

Gennaio mette ai monti la parrucca,
Febbraio grandi e piccoli imbacucca;
Marzo libera il sol di prigionia,
April di bei color gli orna la via;
Maggio vive tra musiche d'uccelli,
Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli;
Luglio falcia le messi al solleone,
Agosto, avaro, ansando le ripone;
Settembre i dolci grappoli arrubina,
Ottobre di vendemmia empie le tina;
Novembre ammucchia aride foglie in terra,
Dicembre ammazza l'anno, e lo sotterra.

Angiolo Silvio Novaro



La mia mamma è una maestra.
Di quelle maestre di qualche tempo fa.
Di quando ve n’era una sola per classe.
La Maestra con la M maiuscola, che accompagnava ‘piccolini’ di 6 anni in un bosco incantato, magico e a volte difficile, fatto di lettere, numeri, pensierini, carte geografiche, esperimenti di scienze – il fagiolo nel cotone! - canzoni, finestre decorate e festicciole di compleanno che duravano il tempo di una ricreazione.
La maestra conduceva gli scolari (si usa ancora questa parola?) fino alla quinta elementare, tutto d’un fiato. I bambini allora sapevano leggere, scrivere, contare. Sapevano imparare.
Dunque, io ho per mamma una maestra. E una maestra per mamma.
Chi ama il proprio lavoro, lo porta sempre con sé.
E mia mamma la maestra la faceva anche davanti ai fornelli, o mentre apparecchiava la tavola, o quando rifaceva i letti. Ripetevo con lei i verbi, i capoluoghi di regione, e recitavo poesie.
La mia maestra farciva i miei giochi di racconti e fiabe.
Quelle filastrocche e poesiole fanno parte del mio bagaglio di ‘persona grande’.
Le rime, imparate a memoria, sono dentro a quei profumi dell’infanzia che arrivano al naso come un’ondata e che meglio di un fantascientifico teletrasporto rilanciano indietro in tempo zero!
Ecco le ragioni per cui ho scelto la poesia di Angelo Silvio Novaro ‘I mesi dell’anno’ per l’itinerante esposizione "La poesia é gioco e sogno".
Per ricordare un ricordo. Per rispolverarlo.
Di certo, alcune rime sono ormai davvero superate.
Le parole scelte da Novaro raccontano di un passaggio di stagioni intrinsecamente legato alla natura, che forse non usa più. Il modo di raccontarlo parla di bimbi e di maestri un po’ antichi, che conoscevano senza difficoltà boschi, amarene, e nidi di vespe da non toccare!
Ma…la parrucca di neve che indossano i monti a gennaio, e i grappoli arrubinati dal sole settembrino o ancora le foglie secche trasportate dal vento… hanno un dolce sapore di merenda fatta di mele cotte, biscotti ai pinoli e succo al tamarindo.
E ricordare la propria fanciullezza ai fanciulli di oggi è sempre una bella sorpresa, per noi, diventati grandi.



Illustrazioni e testo: Roberta Milanesi
Poesia "I mesi dell'anno" - A. S. Novaro

8 commenti:

  1. Bella ..come queste giornate di sole di fine estate.

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  2. pat, sempre puntuale e sempre 'grande', grazie

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  3. semplici, poetiche, belle!
    (alessia)

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  4. Semplicemente stupenda...! Mi hai fatto riassaporare quei dolci profumi dell' "infanzia"..GRAZIE amica.
    FraRava

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  5. Bella! Mi ricorda mia mamma, maestra pure lei, quando la sera stirava mentre io facevo i compiti...

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  6. Delicata e sensibile.Anche per me la maestra è stata la maestra con la M maiuscola...e dovrebbe essere così per tutti i bimbi.Grazie Ro.

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