Avevo gli anni che si contavano sulle dita di una
mano.
La scuola che frequentavo era accanto a casa mia, bastava
attraversare la strada. Di solito la mia mamma mi accompagnava e il mio
papà veniva a riprendermi, a piedi ovviamente. La maggior parte degli
altri bambini invece, tornava a casa con il pulmino giallo perchè le
loro case erano un pò più lontane.
Non so perchè io sognavo tanto salire
sopra quel pulmino, forse perchè tutti gli altri bambini ci salivano e
io no, forse perchè era giallo, forse perchè chissà cosa c'era lì dentro
o forse semplicemente perchè avevo 5 anni. Fatto sta che un bel
giorno il mio papà capì quanto fosse importante per per me e si decise,
parlò con Giuliano, l'autista del pulmino e organizzarono un giretto
turistico nel paesello tutto per me, così fù, io ci salì quella volta,
quell'unica volta ed ero felice come non mai. Quel giorno lo ricordo
come se fosse ieri.
Le ninnananne invece no, non le ricordo, eppure
mamma me le canticchiava, quelle tradizionali mi dice, ma io niente, non
me le ricordo. Per questo ho deciso di illustrarle, per immaginare
quei momenti in cui ero troppo piccola per ricordare.
Di solito con le
ninnananne mi addormentavo dice mamma, ma quando mi sono svegliata avevo
già gli anni che non si contavano più sulle dita di una mano e non sono riuscita a ricordare.
Il pulmino giallo invece è sempre lì, sempre lo
stesso, che aspetta i bambini che escono da scuola.
"Addormentati, piccino mio
Sii un ragazzo al tuo risveglio.
Prova ad addormentarti e dormi
finchè la chiara alba permetterà al giorno di irrompere.
Allora dormi e ancora dormi
fino all'alba di domani.Mi chiedo chi abbia inventato questa canzone,
penso che la prima volta sia stata
pronunciata dalla boccuccia di un bambino
quando la madre lo lasciò che dormiva
e lo ritrovò che cantava."
Ninna nanna popolare
Illustrazioni e testo: Rosaria Farina.
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